Paola Pagliarin

PSICOLOGA DEL LAVORO


Il mio primo perché risale dunque agli 11 anni: Perché i miei genitori si sono separati?

La lettura della saggistica classica e contemporanea non bastavano a soddisfare il bisogno di spiegazioni e così, a tempo debito, mi sono iscritta a Psicologia all’università di Padova alla ricerca di spiegazione ad altri 'perché'  tutti inerenti al comportamento umano.


La Psicologia del Lavoro mi ha insegnato una nuova chiave di lettura: non ‘perché’ accade ciò che accade, ma ‘come’ le cose accadano. Insomma, dalle interpretazioni all'osservazione e all'ascolto.


Rispondendo tanto a curiosità quanto ad opportunità maturate nel tempo, mi sono ritrovata a gestire Risorse Umane dapprima in aziende padronali e poi in start-up e multinazionali modernamente organizzate. Dopo anni di girovagare senza meta predeterminata, sentivo finalmente di avere una missione: mettere ogni lavoratore nelle condizioni di star bene durante le ore di lavoro - indipendentemente dal ruolo e dalla posizione in organigramma - dando evidenza del rispetto, per quanto possibile, del Diritto del Lavoro, dello Statuto dei Lavoratori e del CCNL applicato.


E' stato proprio nell'azienda che ritenevo luogo eletto alla mia realizzazione professionale che il mio mondo di idee si è sgretolato.

La mia incapacità di riconoscere la tossicità di certa leadership associata alla mia endemica anestetizzazione alla fatica mi hanno spezzata.


Troppo dolorose le parole per elaborare una destrutturante condizione di burn-out e, quindi, il ritorno al corpo ed al suo movimento attraverso la DanzaTerapia Clinica ed il metodo Pilates che mi hanno messo nelle condizioni di far emergere sensazioni ed emozioni anestetizzate, di tornare a sentire i segnali del mio corpo e riacquisire la sensazione di poter gestire la mia vita.


Dalla sofferenza alla svolta: qui ha avuto infatti inizio un nuovo capitolo della mia vita, dove lo studio dei meccanismi di funzionamento individuali, di gruppo ed organizzativi ha riagganciato il giovanile interesse per il corpo ed il suo movimento.  


Sono ora al servizio di chi è capace di chiedere aiuto.

Il resto lo impariamo insieme attraverso il confronto dialogico e, quando la parola è inibita, attraverso il corpo ed il suo movimento.


Perché insieme il percorso non solo è meno complicato, ma addirittura più interessante finanche divertente!

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